Sintomi vasomotori rischio cardiovascolare nelle donne in menopausa: i risultati dello studio SWANN

Recenti evidenze scientifiche dimostrano una correlazione tra comparsa di sintomi vasomotori, durante la transizione menopausale, rischio cardiovascolare e forme subcliniche di malattie cardiovascolari. In particolare si riscontra una correlazione con l’intensità e la durata dei sintomi.

Recenti evidenze scientifiche dimostrano una correlazione tra comparsa di sintomi vasomotori, durante la transizione menopausale, rischio cardiovascolare e forme subcliniche di malattie cardiovascolari. In particolare si riscontra una correlazione con l’intensità e la durata dei sintomi.

Recenti evidenze scientifiche dimostrano una correlazione tra comparsa di sintomi vasomotori, durante la transizione menopausale, rischio cardiovascolare e forme subcliniche di malattie cardiovascolari. In particolare si riscontra una correlazione con l’intensità e la durata dei sintomi.

Questo argomento tratta di:
estrogeni Menopausa rischio cardiovascolare sintomi vasomotori

Premessa

Nelle donne le malattie cardiovascolari compaiono più tardivamente rispetto agli uomini, quando perdono, con la menopausa, l’effetto protettivo degli estrogeni. L’effetto della carenza estrogenica menopausale è in ogni caso un fattore di rischio indipendente dall’età. Durante la transizione menopausale, circa un terzo delle donne soffre di sintomi vasomotori (sudorazioni, vampate di calore), di intensità e frequenza variabile. Le vampate severe possono persistere anche fino a 9 anni dall’ultimo ciclo e le forme più lievi anche per periodi più lunghi.

Si è sempre posto in primo piano l’impatto negativo di questi sintomi sulla qualità di vita, tuttavia solo di recente, un corpo di evidenze sempre crescente, ha posto in relazione i disturbi vasomotori con il rischio cardiovascolare, in termini di insorgenza di ipertensione, insulino-resistenza, diabete, alterazione del profilo lipidico, alterazione della funzione endoteliale, ridotto controllo vagale sulla funzionalità cardiaca, profilo pro-infiammatorio e pro-coagulante e indicatori di malattia cardiovascolare subclinica.

Lo studio SWANN (Study of Women’s Health Across the Nation)

Questo studio longitudinale prospettico è stato condotto su una coorte di 3.302 donne in età pre-menopausale (42-52 anni), con utero e almeno un ovaio in sede, che avevano avuto almeno un ciclo negli ultimi 3 mesi e che non assumevano HRT. L’osservazione è durata 22 anni e sono state incluse nell’analisi 2.083 donne; sono state escluse le donne fumatrici o con un profilo di rischio cardiovascolare già al basale. L’indagine è stata condotta mediante somministrazione di un questionario (basale + 15 visite di follow-up), per la valutazione della frequenza, intensità e persistenza delle vampate.

I risultati hanno evidenziato che un’elevata frequenza di vampate al basale, così come la persistenza, correlano con un elevato rischio di eventi cardiovascolari, sia fatali che non fatali. La presenza di vampate al basale si associava ad un aumento di rischio CV superiore al 50%, mentre la persistenza si associava ad un aumento del rischio del 77%.

Sintomi vasomotori al basale e relazione con tasso di eventi cardiovascolari, fatali e non fatali (231/3083).

Persistenza dei sintomi vasomotori durante la transizione menopausale e relazione con eventi cardiovascolari fatali e non fatali (231/3083).

I risultati di questo studio quindi evidenziano che i sintomi vasomotori sono un marker di rischio cardiovascolare specifico femminile.
Il trattamento delle vampate non deve pertanto essere concepito come solo sintomatico, ma in una prospettiva più ampia di salute e prevenzione nel lungo termine.

Bibliografia

Questo argomento tratta di:
estrogeni Menopausa rischio cardiovascolare sintomi vasomotori

Numero di lavoro: THX_IT_IT_17286_v1
FERTILITÀ
FIBROMA
CONTRACCEZIONE
OSTEOPOROSI
MENOPAUSA