Osteoporosi: quanto conta l’età alla menopausa?

Recenti evidenze scientifiche dimostrano una correlazione tra comparsa di sintomi vasomotori, durante la transizione menopausale, rischio cardiovascolare e forme subcliniche di malattie cardiovascolari. In particolare si riscontra una correlazione con l’intensità e la durata dei sintomi.

Recenti evidenze scientifiche dimostrano una correlazione tra comparsa di sintomi vasomotori, durante la transizione menopausale, rischio cardiovascolare e forme subcliniche di malattie cardiovascolari. In particolare si riscontra una correlazione con l’intensità e la durata dei sintomi.

Recenti evidenze scientifiche dimostrano una correlazione tra comparsa di sintomi vasomotori, durante la transizione menopausale, rischio cardiovascolare e forme subcliniche di malattie cardiovascolari. In particolare si riscontra una correlazione con l’intensità e la durata dei sintomi.

Questo argomento tratta di:
età Menopausa osteoporosi rischio cardiovascolare sintomi vasomotori

Premessa

La menopausa è considerata fisiologica quando si manifesta all’età di 45-54 anni, mentre si parla di menopausa precoce quando si manifesta tra 40 e 45 anni, una condizione che riguarda circa il 10% delle donne. La carenza estrogenica menopausale rappresenta un fattore di rischio di osteoporosi e conseguenti fratture del femore, delle vertebre e del polso. Le fratture hanno un notevole impatto sulla qualità di vita, sui costi sanitari individuali e della comunità, sull’aspettativa di vita. Pertanto, in caso di comparsa precoce della menopausa è opportuno pensare ad una prevenzione efficace. Tanto più precoce è la menopausa, tanto maggiore è il rischio di osteoporosi. Ciò che conta nella riduzione della densità minerale ossea (BMD) e nel maggiore rischio di fratture non è l’età cronologica, bensì gli anni trascorsi dall’ultimo ciclo mestruale. La perdita di densità ossea causata dalla carenza estrogenica, stimata intorno a 2-3%, inizia già un anno prima della menopausa e accelera soprattutto nei 3 anni successivi.

Cosa determina l’età alla menopausa?

L’età della menopausa è scritta nel nostro DNA: è noto che l’età menopausale materna può dirci orientativamente a quale età andranno in menopausa le figlie. Vi sono tuttavia alcuni fattori modificabili che la possono anticipare, come ad esempio il fumo, la malnutrizione, il sottopeso, l’insufficiente esposizione al sole, un allenamento sportivo troppo intenso (che comporta spesso amenorrea in età fertile) e infine non avere un’attività sessuale regolare. Riguardo quest’ultimo aspetto, uno studio recente ha dimostrato che le donne sposate con attività sessuale regolare raggiungevano più tardivamente la menopausa. L’ipotesi dei ricercatori è che, in assenza di rapporti sessuali e quindi senza possibilità di gravidanze, per l’organismo “non valga la pena” prolungare l’ovulazione.

Insufficienza ovarica prematura

L’insufficienza ovarica prematura (POI) è una condizione clinica eterogenea, fortunatamente rara (riguarda circa l’1-3% delle donne), caratterizzata dall’instaurarsi dell’ipoestrogenismo prima dei 40 anni.

La POI può riconoscere diverse cause:

Si tratta di una condizione diversa dalla menopausa, in quanto queste donne possono avere ancora ovulazione nel 25-30% dei casi e rimanere gravide nel 5-10% dei casi. Tuttavia, l’ipoestrogenismo comporta una precoce perdita di massa ossea. Uno studio condotto su 21.711 donne (Women Health Initiative Observational Study), ha dimostrato una riduzione significativa della densità minerale ossea (BMD) (-2-3% circa) e un aumento del rischio di fratture del 21%, nelle donne con POI rispetto alle donne in menopausa fisiologica (50 aa. circa). Le Linee Guida Nazionali e Internazionali [British Menopause Society (BMS), European Society of Human Reproduction and Embryology (ESHRE), International Menopause Society (IMS)], sono concordi nel raccomandare a queste donne l’osservanza delle regole basilari di stile di vita (evitare fumo, alcool, svolgere attività fisica, assumere adeguate quantità di calcio e vitamina D3: 800-1000 IU/die con la dieta) e lo screening con la DEXA per la valutazione della BMD. Diversi studi clinici hanno evidenziato l’effetto positivo dell’assunzione della TOS nel prevenire la perdita della densità ossea e ridurre il rischio di fratture. In queste donne quindi la TOS trova utile impiego, a meno di specifiche controindicazioni, nell’assunzione fino all’età della menopausa fisiologica.

Anche le donne con menopausa precoce (in età 40-45 aa.), presentano un maggiore rischio di osteoporosi e fratture. Una recente metanalisi ha evidenziato un aumento del 36% del rischio di fratture nelle donne che andavano in menopausa prima dei 45 anni. Tuttavia non vi sono sufficienti studi sull’efficacia della TOS in queste donne, né vi sono Linee Guida e Raccomandazioni. Vanno quindi valutate caso per caso, tenendo in considerazione eventuali controindicazioni individuali.

Le donne con menopausa precoce necessitano di un counselling particolarmente attento anche agli aspetti psicologici.

Bibliografia

Questo argomento tratta di:
età Menopausa osteoporosi rischio cardiovascolare sintomi vasomotori

Numero di lavoro: THX_IT_IT_17213_v1
FERTILITÀ
FIBROMA
CONTRACCEZIONE
OSTEOPOROSI
MENOPAUSA